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Scala. Platea, seconda fila. Proprio davanti al corrimano del direttore d’orchestra. Fantastica sensazione. Opera dai toni forti, ambiziosi. Proiezioni e luci. Tutto lasciava intendere ad un coinvolgimento viscerale. Rosso, come il costume e le scarpe del soprano. Rosso, come il fuoco che divampa dall’addome espandendosi in tutto il corpo. Rosso, come vorresti che fosse la tua vita sentimentale. Parole sottolineate dalla musica, dalla voce, dai gesti. Parole pesanti. Parole vere. Poteva chiudersi solo in un modo. Sospensione. Libri scaraventati nel vuoto, e poi, quello strano benessere che si legge sul volto. Rosso come la passione, di cui molte volte facciamo difetto.

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