Libri e canotte

Domenica. Giornata torrida. Milano sembra un grande, immenso forno. Percorro le strade deserte che mi portano in Duomo. Feltrinelli: oasi di piacere. Dopo aver trascorso un’ora, mi dirigo alla cassa con i miei libri in mano. Pago. Esco. I piedi vanno verso un bar, entro <un caffè, grazie>. Caldo torrido al bancone, tazzina ustionante:  cazzo! Canotte, quantità notevole. La musica accompagna, sempre, gli acquisti. Turisti, solo quelli. Code interminabili per salire a piedi sul Duomo. Militari che perquisiscono le borse, gli zaini. E’ come se in alto, sopra le nostre teste, ci fosse un altro mondo, mi vengono alla mente quei sistemi di parcheggio doppi. Chissà che calca, lucida e sudaticcia, sopra il tetto della cattedrale di Milano. Desisto dall’idea di pranzare in centro. Inforco il mio scooter e torno a casa. Forte necessità di aria condizionata. Desiderio di toccare i libri appena fatti miei. Annusare la carta, scorgere le parole. Le dita scorrono sulle righe stampate. Mi sdraio e accanto a me loro.
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