All’improvviso, così come un raggio di sole a Milano, giunge il messaggio nella casella di posta in arrivo. E’ da tanto che ci penso. Inevitabile il sovrapporsi di immagini. Ripercorro i suoni delle sale prove e degli angusti spazi in cui si andava ai concerti. Odore di fumo. E pensare che adesso lo odio. Colori. Ce n’erano tanti! Le mani sul granito, i viaggi sulle alpi apuane, nelle cave di marmo. La tuta da meccanico, gli scalpelli infilati nelle tasche e la mazza appesa all’asola. Pur vivendo in un mondo black&white ma tridimensionale, i miei colori eravate voi amici. Non potevo esimermi dal proseguire questo mio blog. Grazie.
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